Why draw a line between audience and artist?

Da un’intervista a Burnt Friedman

Why would anyone want to perform behind the PA system? There is no reason for it since there are no microphones. When you have microphones, you have feedback issues. But an environment that’s solely set up for electronic equipment, you don’t have these problems, so why would you have people setting up behind the system? Then they are the only ones who are not hearing the sound properly. And why draw a line between audience and artist? To me it’s a rock music kind of thinking that you need someone to focus on, someone who’s more or less on the stage.

Do you often perform on the floor in front of the stage?

I always do it when possible, but more often when it’s just me alone. If it’s a band with drums, we need the stage because it’s something nice to look at. You get someone drumming in the right way and you see how it identifies with the rhythms, with the computer rhythms. It’s really nice to watch.

But with DJ equipment, and especially DJing without records, the performance can only be very poor onstage because nobody knows what’s going on. The stage is ideal for dance choreography, for theatre and for music as well, but if you can’t watch the music, if you don’t understand how they produce the music, the whole concept falls apart. If you play your tracks off the USB stick, which is technically logical and understandable because you have a much wider repertoire, and you are using CD players, I mean, there is no reason why you would perform a spontaneous mix out of fresh new tracks, it could easily be made up, especially in the environment where you have the responsibility for 2,000 people.

Do you think there’s reason to suspect those DJs?

I don’t suspect it, but you could say the situation suspects it. Imagine someone who’s not an insider, who doesn’t know about CD players, who doesn’t know about turntables—he would assume that it’s completely automatic. I’m always trying to look upon things from an outsider perspective, to get a more objective impression of what’s happening. Like an alien, extra-terrestrial point of view if you like. As far as possible, at least.

So when you’re playing and people can’t see what’s going on, that makes you uncomfortable?

Yeah, it makes me feel uncomfortable, absolutely. Ideally I would perform in an ensemble. Each sequence that is played back would be performed by someone and I would be playing my part as well. But you can imagine that this is almost impossible today.

Defunken setup: mixer Yamaha MG102C e casse Infrasonic Blow5

La settimana scorsa ho comprato un paio di casse / monitor di riferimento e un mixerino. Ne avevo bisogno: suonare attaccato allo stereo usando un vecchio mixer da radio non era molto sostenibile.

Le casse sono della Infrasonic, un marchio sudcoreano apparentemente sconosciuto. Il modello è chiamato Blow5 (probabilmente succhiano), sono attive (o “preamplificate”), con un woofer da 5 pollici. Dalle prime prove, probabilmente non avevo bisogno di casse più potenti, ma avrei commesso un errore se avessi scelto un modello più piccolo con coni da 4 o 3 pollici.

Ero sul punto di comprare un paio di Alesis, ma all’ascolto non mi sono piaciute perché molto cariche di bassi, mentre queste Infrasonic mi sono sembrate più equilibrate. Hanno il foro per l’uscita dell’aria posizionato frontalmente – a quanto pare, questo è preferibile in situazioni come la mia, dove le casse sono posizionate molto vicine alle pareti. Le ho pagate circa 230 euro. Per ora sono contento.

Il mixer è uno Yamaha MG102C ed è costato circa 120 euro. Ha 2 ingressi mono e 4 stereo, con mandate ausiliarie per gli effetti e altre uscite. Niente crossfader, solo rotary controls, probabilmente troppo vicini fra loro per le mie dita, ma per ora devo tenere a bada le mie pretese.

Cos’hanno in comune Defunken, Gold Panda e i Throbbing Gristle?

Gold Panda live

Gold Panda live, la mano destra sull'electribe

…probabilmente niente, tranne che usiamo tutti, tra le altre cose, la Korg ESX-1.

Vado a fare una jam session, ecco cosa mi porto

Sto per uscire di casa con tutta la strumentazione – stasera faccio una jam session / workshop autogestito di macchinari elettronici musicali con alcuni amici.

Ho pensato di condividere foto ed elenco delle cose che mi sto portando dietro, anche come promemoria personale per il futuro.

Defunken setup: Roland MC-303 e ESX-1SD collegate via MIDI

La Groovebox MC-303 della Roland “ascolta” i segnali MIDI in ingresso e li suona su una delle 8 tracce esistenti, quella selezionata.

Pertanto dopo averla collegata come slave alla Korg ESX, la MC-303 suonava sia il proprio pattern sia un sacco di altre note in ingresso, che cambiavano a seconda della parte che selezionavo…questo non era quello che desidero: voglio che i due dispositivi siano indipendenti, anche se sincronizzati, e non mi interessa usare la groovebox come modulo sonoro pilotato da fuori.

Ho provato a invertire la “relazione di potere” fra le due partner, ed almeno quando fa da master, la MC-303 si comporta in maniera logica. Ma non si merita certo questo ruolo, anche perché alcuni dei suoi bottoni funzionano male e non ho voglia di aprirla per fare pulizia un’altra volta.

Ho risolto il problema configurando l’ESX in modo che non trasmetta via MIDI i segnali delle note, ma solamente gli altri segnali: clock, avvio/pausa/stop etc.

Per farlo ho selezionato la modalità Global con l’apposito bottone; poi premendo Shift e il tasto 15 sono entrato nelle MIDI Utilities; premendo ancora il tasto 15 dopo aver selezionato Filter sono apparse le lettere PCEN, che indicano le tipologie di segnali MIDI; usando la rotella ho fatto apparire la ‘x’ sotto la ‘N’: questo ha disabilitato l’invio (e la ricezione) dei segnali Note on/Note off.

La procedura è documentata nel manuale ufficiale della ESX-1SD [PDF].

But it’s still really badly set up

But it’s still really badly set up. I’m coming out of the headphone jack. I haven’t got a sound card. The main outs are coming out of the loop pedal, which is at the end of the chain. It’s just really bad. But people seem to enjoy it. They seem to think it’s good. And that’s probably the most important thing.

Da un’intervista a Gold Panda a proposito del suo attuale setup

Defunken setup: ESX, MC-303, mixer in cortocircuito e riverberi

Ho abbozzato un primo setup collegando la roba di cui dispongo attualmente.

In primo piano la merdosa groovebox MC-303 della Roland, pilotata (male, almeno per ora) via MIDI dalla electribe rossa sullo sfondo.

Il segnale principale della groovebox va nel mixer al centro (quello che fa davvero da mixer), mentre dall’uscita cuffie entro nel mixerino nero in alto a sinistra. Tale pericoloso dispositivo funge da distorsore e se ingrandite la foto potrete vedere il cavo da 20cm che collega l’uscita cuffie a un’entrata microfono mandando tutto in feedback. A questo punto passo nel multieffetto della Alesis (di cui si intravede il display verde) per rendere del tutto irriconoscibile la MC-303.

L’electribe della Korg, a differenza della groovebox della Roland, avrebbe un paio di uscite jack indipendenti a cui si possono assegnare una o più tracce. In questa configurazione non le posso sfruttare perché il mio mixer attuale ha solo 3 ingressi di linea, già occupati dal segnale principale dell’electribe stessa, da quello della groovebox e dal canale distorto. L’uscita principale della ESX passa attraverso un vecchio riverbero della Digitech.

In un prossimo setup di prova eliminerò del tutto il segnale pulito della MC-303, per guadagnare un canale su cui mandare una delle 2 uscite indipendenti della ESX. Quest’ultima sembra non offrire riverbero di grande qualità e quindi voglio provare a usare invece l’aggeggio della Digitech su una parte delle tracce.

L’electribe rossa

Korg ESX-1SD

Da qualche giorno ho questo campionatore/step sequencer della Korg, l’ESX-1SD ovvero l’electribe rossa.

È il nuovo modello: uniche differenze di rilievo da quello precedente, l’alimentatore separato e il formato SD/SDHC per le memory card.

Funziona più o meno come mi aspettavo. Ha una memoria limitata (250″) e non è certo avveniristica – ma sembra efficace ed è piuttosto divertente.

Un giorno pubblicherò una foto migliore.